Che cos’è e come scrivere l’appendice della tesi di laurea

L’appendice della tesi di laurea è una parte importantissima del lavoro che stai svolgendo. Lo diventa soprattutto quando stai per concludere. Praticamente sei giunto alla stesura delle tanto agognate conclusioni, mancano solo i ringraziamenti. Per dare uniformità alla ricerca e finire il lavoro in bellezza, segui queste indicazioni per affrontare al meglio quest’ultima sezione.

Scrivere la tesi: un’impresa vincente

Ti è costata sudore e fatica. Dall’individuazione del tema alla scelta del relatore, dalla ricerca delle fonti fino alla scrittura. Sei riuscito a non perdere le staffe e noi vogliamo rendertene merito: bravo! Ma non è ancora finita, dai, manca poco. La tesi è quasi pronta a giungere tra le mani del pubblico e vuoi tenere tra le mani la stesura definitiva. C’è sempre qualcosa da aggiungere e inizi a sentirti in crisi. Ma non farti prendere dal panico, tutti i documenti aggiuntivi, le parti di approfondimento che si aggiungono alla ricerca e non rientrano in modo integrato nel testo puoi aggiungerle in appendice. Di che cosa si tratta? Non abbiamo detto appendicite, ovviamente. Se ti trovi a scrivere la tesi di laurea sai benissimo di cosa stiamo parlando.

Appendice viene dal latino appendix, ossia pendere. Una definizione (presa dalla Treccani) sufficientemente esaustiva di questa sezione della tesi e di altre pubblicazioni è:

Parte aggiunta, accessoria a un’altra […]; con riferimento a libri, aggiunta posta in fine del volume per chiarire punti particolari non trattati completamente nel testo […]

È tutta quella serie di documenti e capitoli che si può inserire alla fine di una ricerca e che aggrega materiale di diverso tipo, utile a proseguire l’approfondimento o a fornire altri punti di vista. Qualche esempio? Interviste trascritte, aggiornamenti fuoriusciti in seguito alla fine della ricerca, tutto quello che offre al lettore (e in questo caso alla commissione) altri spunti di riflessione sull’argomento della tesi di laurea. Facciamo una lista di esempi di appendice, quelli che di solito i nostri studenti dei corsi di laurea inseriscono nelle loro tesi:

  • Documenti storici
  • Traduzioni di poesie
  • Versioni originali di testi citati
  • Testi di legge e decreti

Nelle tesi in giurisprudenza capita spesso di trovare delle appendici molto corpose, piene di materiale utilissimo per inquadrare il tema che hanno scelto. I relatori stessi propongono parti aggiuntive, e spronano a dare maggiore importanza a questa sezione. Costruire una buona appendice consente di dimostrare che la ricerca è stata svolta con scrupolo e attenzione e che le fonti sono attendibili. Un dettaglio non da poco per fare buona figura con la commissione e portare a casa un buon voto.

Appendice della tesi: dove collocarla?

appendice esempioLa stesura della tesi può inizialmente non riguardare l’appendice. Puoi anche aver finito da tempo la fase di scrittura prima di dedicarti a questo aspetto. Ma sicuramente può esserti utile stilare fin da subito una lista di quello che potrebbe contenere. Scrivere un’appendice per la tesi è un lavoro in più, come aggiungere un bel fiocco ad una scatola regalo. E la tua tesi effettivamente è un dono, un dono che fai a te stesso e alla disciplina che tanto hai amato e studiato.

Dove inserirla? La posizione è quasi scontata. Chiunque ha letto saggi e manuali sa che le appendici si trovano a fine testo. Basta velocemente scorrere l’indice di una qualsiasi pubblicazione di tipo divulgativo per trovare sul finire una sezione dedicata agli approfondimenti. Eppure esistono delle eccezioni. In alcuni rari casi l’appendice si trova all’inizio del testo, prima ancora dell’indice generale.

Può capitare che alcune tesi non prevedano la scrittura delle conclusioni. Ma noi ti consigliamo di scriverle. Le conclusioni sono il resoconto finale, la cifra personale che tu dai al tuo lavoro, in cui oltre ad esprimere i risultati e le osservazioni in merito puoi esprimere un’opinione individuale.
Se hai scritto una buona introduzione però puoi valutare, insieme al tuo relatore, di evitare il capitolo conclusivo. Se hai già scritto un malloppo di centinaia di pagine forse non è opportuno correre il rischio di annoiare il futuro lettore o la commissione di laurea.

Forse è il caso di sottolineare che non ci sono indicazioni precise in merito alla lunghezza ideale di una tesi di laurea. Se ti stai per laureare a un corso di laurea triennale sono sufficienti 50 o 60 pagine, per quelle magistrali anche 150.

L’appendice non deve rientrare in questo limite, ma ovviamente è buona regola non inserirne di troppo lunghe, che rischiano di diventare il doppio di quello che già hai scritto. Soprattutto ricorda che non ha a che fare con il discorso critico che hai portato avanti, non strettamente, pertanto non appesantirla, inserisci solo ciò che è veramente necessario.

Speriamo di averti fornito indicazioni utili per scrivere la tesi al meglio e dare un valore aggiunto ad un tuo lavoro che resterà nei tuoi ricordi per sempre, come una bella e grande impresa che hai portato a termine nel migliore dei modi.


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