Leggi e fonti normative: come citarle nella tesi di laurea

Le leggi e le fonti normative in tesi di laurea di diritto sono ricorrenti. Ma può darsi che non solo per la facoltà di Giurisprudenza a Sassari, ma anche per redigere tesi di laurea di altre materie sia necessario avere a che fare con questo tipo di fonte. Bisogna saperla trattare. La legge italiana è costituita da un numero pressoché illimitato di leggi. Nessuno ha mai fatto la conta delle leggi dell’ordinamento italiano, ma si dice che superino il milione. Non ci sono solo leggi, ma anche decreti, regolamenti, circolari e provvedimenti di ogni tipo. In questo articolo ti spiegheremo come citare una di queste leggi all’interno della tua tesi di laurea.

Le leggi nelle tesi di laurea

citazioni legge nella tesi di laureaLe leggi italiane hanno un nome? È giusto chiederselo. In qualche modo sì. Possiedono degli estremi come identificativi. Precisamente hanno un numero e una data, che consentono di risalire all’identità del provvedimento. Ma non è l’unico caso di denominazione di una legge. Effettivamente ci sono riforme che sono comunemente conosciute attraverso il loro nome, ad esempio la legge Bossi-Fini, la legge Merlin o anche il più recente Jobs Act.

Queste ultime denominazioni, però, non sono quelle considerate ufficiali e vengono assegnate alle leggi soltanto per convenzione e per poterle nominare più comodamente da parte dell’opinione pubblica.

Leggi e fonti normative nella tesi di laurea: come citarle

Vediamo come citare una legge all’interno di una tesi di laurea. Soprattutto per le tesi di laurea in giurisprudenza è importante essere rigorosi e attenti. Non si può sintetizzare una legge e spesso va riportata in maniera estesa, seguendo un particolare schema. Te lo indichiamo di seguito:

  • tipo di atto(legge, decreto legge, decreto legislativo);
  • data di promulgazione, composta di giorno, mese ed anno;
  • il numero del provvedimento (è sufficiente l’abbreviazione ), che indica il numero progressivo nell’anno;
  • il titolo, cioè l’argomento di cui tratta (riportato nella legge stessa).

Di conseguenza, se volessimo citare correttamente, in forma estesa, la famosissima legge 104 sui portatori di handicap, dovremmo scrivere:

  • Legge 5 febbraio 1992, n. 104, “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”.

La citazione formale (cioè, in forma estesa) di una legge ci consente di individuare facilmente la data in cui essa è stata promulgata, il numero della legge in riferimento all’anno (nell’esempio appena riportato, si tratta della 104esima legge dell’anno 1992) e la materia che viene disciplinata dal provvedimento.

Date delle leggi nella tesi di laurea

Un dato di fondamentale importanza è la data di promulgazione, necessaria per definire correttamente una legge, oltre al numero e al titolo. Ma c’è un’altra data che può essere utile citare nella tesi, ovvero la data di pubblicazione della legge. La data di pubblicazione e la data di promulgazione di una legge non sono la stessa cosa, anzi, sono due informazioni piuttosto diverse. Vediamo le differenze, per comprendere ancora più pienamente come citare le leggi nella tesi senza commettere errori.

La promulgazione di una legge è l’atto attraverso il quale il Presidente della Repubblica certifica la regolarità della legge, di solito entro un mese dall’approvazione parlamentare. Attraverso la promulgazione ordina la sua pubblicazione e la sua osservanza.

La pubblicazione della legge è invece un atto particolare, ad opera del Ministro della Giustizia, attraverso il quale il testo di legge viene inserito nella Raccolta Ufficiale degli atti normativi della Repubblica Italiana e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica.

Sia promulgazione che pubblicazione sono atti di fondamentale importanza. Dopo la pubblicazione, come di regola, passano quindici giorni prima dell’effettiva entrata in vigore. Questo tempo, chiamato vacatio legis, viene dato a disposizione ai cittadini per informarsi sull’emanazione di una nuova legge e per conformarvisi.

Riprendiamo l’esempio che abbiamo citato precedentemente, quando abbiamo indicato gli estremi precisi per la citazione delle leggi in tesi di laurea. Se volessimo essere particolarmente precisi e pignoli questa sarebbe la formula giusta per la citazione:

Legge 5 febbraio 1992, n. 104, “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” (Pubblicata in G. U. 17 febbraio 1992, n. 39).

Citare leggi in forma abbreviata

Dagli esempi di citazione di norme e leggi che abbiamo fatto fino a qui si evince abbastanza facilmente che per essere corretti bisogna anche essere piuttosto prolissi. Fortunatamente esistono anche forme più stringate e veloci, tramite le quali è possibile abbreviarle.

Queste citazioni di leggi e norme in forma abbreviata però sono da considerarsi utili per contesti meno formali, e forse la tesi di laurea non è uno di questi.

In ogni caso può tornare utile conoscere il modo più veloce per indicare una fonte giuridica. Eccolo:

  • il tipo di atto (scritto in modo abbreviato: per legge; D. lgs. per decreto legislativo; D.l. per decreto legge; ecc.)
  • numero dell’atto, seguito dalla barra /
  • la data

Di conseguenza, se volessimo citare la legge 104 in forma abbreviata, potremmo scrivere:

  • 104/1992, oppure
  • n. 104/1992, o ancora;
  • n. 104/92

Ci auguriamo che queste indicazioni ti siano state utili per redigere la tua tesi in Giurisprudenza, trovando un modo uniforme, chiaro e semplice per citare leggi e fonti normative nella tesi di laurea.


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